Pubblicato da: Michele Angeloro | martedì, 11 dicembre 07

Capitolo 1 – L’arrivo

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A differenza di ieri, oggi ho avuto una buona quantita’ di tempo per pensare al blog. Mi chiedo se sia meglio strutturarlo come un archivio, in stile descrizione, aneddoto e citazione, oppure imbattermi in una vera e proprio cronaca giornaliera. La seconda mi e’ abbastanza piu’ vicina visto che io non faccio altro che raccontare storie alle persone (storie, non balle : ) ) e forse mi conviene di piu’. Quindi per ora provo a fare cosi’, col tempo magari mi ritrovero’ a fare in un altro modo.

Prologo:
Molti si sono chiesti se oltre a cio’ che ho scritto ieri ci sia dell’altro su questo 10 dicembre e mi sembra giusto dirti che c’e’. Molto. Assai.
In realta’ proprio ieri notte, prima della nanna, ho girato un video di introduzione. Un video in cui sembravo un prigioniero di guerra quando l’ho rivisto..una cosa guarda : ) Cosi’ ho deciso di recuperare il girato di ieri e si inserirlo in questo di stasera, che spero tu voglia considerare come un semplice collage e non come un corto.
Comunque sia poiche’ credo che ci vorra’ un po’ di tempo per montarlo e adesso sono le 23:35, comincio a spiegartelo testualmente. O almeno ci provo.

Hachiko:
Quando ho letto la storia di Hachiko la prima volta mi sono sentito felice. Felice di sapere che al mondo (e guarda un po’, in Giappone..) c’e’ qualcosa da contemplare e da capire, piu’ vicino di quanto si possa credere al mio modo di vedere, sentire e gestire l’amicizia.
Hachiko era un cane di razza akita. La sua capacita’ di sorprendere le persone era indirettamente proporzionale al suo stato perche’ era un cane di strada. Nacque nel novembre del 1923 ad Odate e dopo pochi mesi fu adottato da un professore universitario, Ueno Eizaburo, e continuamente, ogni giorno, Hachiko lo accompagnava per un tratto di strada nel distretto di Shibuya (Tokyo), in attesa del suo ritorno.
Questo avvenne ogni giorno di ogni mese dei successivi due anni, fino a quando nel maggio del 1924, Ueno mori’ per un attacco al cuore, prima di ritornare a riprenderlo ma il cane lo aspetto’. E aspetto’ ogni giorno di ogni mese l’attesa del suo padrone che non avvenne mai.
Si racconta che il 7 marzo del 1934 Hachiko fu trovato morto, li’, al solito posto. Non si stanco’ mai di aspettare l’amico e credo che mori’ contento, infinitamente amato e infinitamente solo.

Se ti chiedi come ha potuto resistere per dieci anni di vagabondaggio, puoi sentire da chiunque che Hachiko ha ricevuto piu’ visite da tutto il Giappone di quanto ci si possa aspettare. Le persone che vivevano in quella zona gli portavano da mangiare e quelle che venivano da lontano, speravano di carezzarlo per ricevere fortuna. Come se fosse un dono di Dio.

E io l’ho fatto, mamma. Dopo una giornata intera alla ricerca dell’ufficio appartamenti, dopo aver camminato piu’ di sette ore con piu’ di dieci kg in spalla io ero li’ ieri sera. Ero li’ che lo accarezzavo e mi chiedevo se avrei potuto considerare mantenuta la mia promessa. E ho versato delle lacrime tristissime sperando che Lei mi avrebbe perdonato.
Dopodiche’ sono tornato a casa e Hachiko era ancora li’ che sorrideva a tutti.

Asakusa-Iriya-Matsugaya-Taito…ma dove sono veramente?
Se quando ti ho detto che possedere l’indirizzo preciso dell’appartamento sarebbe stato inutile, davvero dovevi credermi. E’ difficile capirlo non stando qui, ma qui, davvero e’ difficile trovare un indirizzo. Ieri sera il primo taxi da 970 yen mi ha fatto fare il giro di un paio di isolati e mi ha lasciato davanti una casa della Sakura House. Uno vede un palazzo tutto rosa, colore sociale della ditta, e pensa di essere arrivato no? No. Era davvero una casa. Ritorno sui miei passi e, probabilmente ho sbagliato io a mostrargli la cartina, il secondo taxi da 1200 yen mi porta da TUTTA altra parte.
Ok, posso averlo condizionato. Ma cavolo aveva il satellitare..
Comunque sia ora posso confermarti che per spostarti a Tokyo e’ necessario chiedere “dove si trova il palazzo grande con il Family Mart sotto e il karaoke colorato di azzurro?”, una volta arrivato poi serve chiedere al poliziotto in bicicletta piu’ vicino dove si trova il 16-7 (il codice di riconoscimento per i palazzi e per l’incrocio degli stessi) che a sua volta, prima di perdersi, chiedera’ al secondo poliziotto in bicicletta, e insieme, dopo aver chiesto ad ultieri passanti, ti scorteranno a casa e ti regaleranno imbarazzanti inchini e auguri.
In poche parole mamma, non ho ancora capito bene come trovare un indirizzo. Stasera mi sono perso solo due volte ma domani andra’ meglio.

Inchini..
Il mio primo inchino ufficiale l’ho ricevuto al Family Mart sotto casa. Il Family Mart e’ un alimentari futuristico sparso un po’ dappertutto che fa a gara con il Seven Eleven, Lawson’s, Mini Stop, Circle K e altri, tutti generalmente chiamati “conbini”. E’ facile trovarli anche sotto il nome di combini, che e’ piu’ carino perche’ sembra davvero che dentro puoi combinare diverse cose, tipo fare la spesa, comprare le sigarette, una rivista, i biglietti, spedire la posta (non so se sia davvero possibile) e altro e, incredibile, sono aperti 24 ore su 24. La parola conbini spunta fuori dalla japanizzazione di “convenience store” e posso dirti veramente che non c’e’ nome piu’ azzeccato di questo e quando sono entrato, mentre riflettevo sulla quantita’ cromatica del posto, mi arriva un inaspettatissimo (ma palesissimo):

Irasshaimaseeee

Irasshaimase o abbreviato irasshai significa “benvenuto” e se entri in un conbini o in qualsiasi altro negozio, puoi sentirlo anche 10 volte nell’arco di pochi minuti. E’ una forma di rispetto che spesso viene criticata perche’ ormai sembra macchinosa. Ho sentito dire che se entri ripetutamente nello stesso negozio, puoi sentire irasshaimase fino a quando il giovane alla cassa, con un grande inchino, ti dice che non ha piu’ voce.
Ritornero’ comunque su questo discorso nei prossimi giorni e ti faro’ sapere cosa ne penso.

Yakitori:
Il mio primo yakitori e’ stato ancora piu’ improvviso. Ero concentrato sulla mappa quando ad un tratto sento un intenso profumo di carne sul fuoco. “Oh mio Dio sto per mangiare uno yakitori..”, ho pensato. Volto gli occhi e vengo invaso da questa scena tenerissima: un uomo e una donna, probabilmente marito e moglie, che servono in continuazione questi yakitori, preparati, cotti e serviti al momento.
Lo yakitori e’ il tipico spiedino di pollo alla giapponese che va a ruba di giorno e di notte. Ho visto un tizio che prima di me ne ha presi sei e se li e’ mangiati tutti, cestinando uno a uno lo spiedino. Io ne ho presi due, che delizia : )
La carne era tenerissima e quella roba intorno di un sapore stranissimo ma curiosamente buono. Domani ci ripasso.

Hai sete alle 4 del mattino? No problem, c’e’ il conbini a due passi:
E se non ci fosse? Tranquillo, c’e’ la macchinetta delle bibite.
Ne ho fotografate poche ma nell’arco di tutta la serata ne avro’ viste almeno un centinaio. All’interno dei conbini, oppure fuori, nei pressi di un parcheggio, al karaoke o al pachinko, in metro o semplicemente sotto casa, ci sono distributori di bibite.
La cosa divertente e’ che se hai caldo puoi dissetarti con una gradevolissima bibita dal sapore piu’ strano e se hai freddo puoi scaldarti con le bevande calde, dal caffe, al latte e caffe, ad altre bevande che presto provero’.
Insomma si e’ capito, a Tokyo puoi morire di fame ma non di sete.

Hai presente la zona San Gregorio Armeno?
Ecco, io sto in un posto cosi’. Solo che noi abbiamo cristi, madonne, presepi e cianfrusaglie intutili. Loro hanno tazze, tazzine, piatti, spade, gatti in porcellana, gatti in vetro, carte, cartine, accessori per la casa e molte, moltissime, molterrime altre cianfrusaglie. Questo tutto nel negozietto piu’ piccolo. In quelli piu’ grandi fare l’inventario e’ un lavoro su commissione..

E poi mi e’ venuta fame:
Ero a pochi minuti da casa e non ho resistito. La scritta diceva ramenya e farlo sarebbe stato rivoltarsi nel letto per tutta la notte. Sai cosa ha significato per me ordinare una ciotola di ramen e comprendere cosa diceva il signore dietro al bancone? Io non ho parole e tu?
Come puoi immaginare, il ramen e’ un tipo di pasta asiatico (credo di origine cinese) a forma di spaghetto a base di uovo.
Quello che forse non conosci e’ che il suffisso ya sta a indicare il locale. Quindi ramen-ya sta per locale in cui si mangia ramen, udon-ya sta per locale dove si mangia udon e kusuri-ya sta per farmacia.
Non e’ un eccezione..kusuri significa medicina : D

Guarda ti dico solo che al primo sorseggio del mio vicino di tavolo ho ingoiato un pezzo di carne intero e stavo lasciandomi li’ per terra, dall’emozione intendo. E’ vero anche questo mamma, i giapponesi succhiano e risucchiano fino all’ultima goccia.
A volte mi veniva da ridere quando al ristorante giapponese di casa, la maggior parte dei clienti impiegava ore per finire i ramen senza fare il risucchio.
Devi sapere mamma che il risucchio e’ inevitabile. E’ comune dire che questa pratica curiosa a noi occidentali e’ in realta’ un modo loro per esprimere contentezza e fare di conseguenza un complimento al cuoco ma fidati davvero mamma.. anche se i ramen che stai mangiando sono disgustosi, il risucchio e’ inevitabile.
Io pero’ stasera mi sono limitato a spanciare delicatamente e a imbrattare il tavolo di brodo. Il risucchio me lo sono goduto in un rumoroso silenzio.

Quando poi sono tornato a casa mi sono ricordato di non aver comprato l’acqua. Li’ ho avuto la conferma che i giapponesi senza distributori automatici non potrebbero essere giapponesi. Mi sono ricordato che Bea-san sta ancora aspettando una mia chiamata. Ho pensato che Roberto, proprio come me, ancora non crede che io sia qui.
E dopo aver fatto un sorso ho alzato gli occhi al cielo.

Tadaima ho detto.

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Risposte

  1. sono già gelosa di mamma….

  2. leggere quello che vivi mi fa commovere sai?
    sarà un’esperienza magnifica e se me lo permetti dalle tue parole ruberò qualcosa per viverlo nella mia testa =)

  3. Ciao silence! Sono arrivata qui da GG e leggere il tuo blog è stato davvero molto piacevole…come capisco bene le emozioni e le sensazioni forti che provi…ci sono passata anche io tanto tempo fa…

    A Natale sarò in Giappone, comunque! Non vedo l’ora!

    Un saluto,
    B.

  4. Com’è strano il Giappone. Io ci sono stata quest’estate, era un desiderio forte che avevo da molti anni e sono stata catturata da questo paese così contradditorio. Ovviamente per molte cose non sostituirei mai la cara vecchia e malandata Italia ma comunque vorrei rivedere quelle terre, quelle gioie e quelle sofferenze di nuovo…il tuo blog è molto bello, buona vita!

  5. Ciao, ho visto questo blog segnalato su GiapponeGiappone e ho seguito le briciole…
    Ne è valsa la pensa, mi sono letto il post d’un fiato, pensando a quanti voglio anch’io mangiare Ramen con le Hashi!!!
    Complimenti e buon soggiorno.

    P.S. è possibile contattarti per email!?

    じゃあね。

  6. complimenti per il blog!
    sono stato a Tokyo a fine ottobre e (come potrebbe essere diversamente) mi è rimasta nel cuore.

    tornero spesso a visitare il tuo blog e spero non me ne vorrai se ti faccio qualche domanda sulla vita in giappone!

    PS. sei di napoli?

  7. CAIO BROTHER..CAIO

  8. Leggere queste piccole esperienze di vita quotidiana mi fa sentire in Giappone, grazie ;)

  9. Pazzesco, io ho vissuto in Giappone tutto lánno scorso e leggendo questo blog la nostalgia si fa sentire ancora di piú. Complimenti per il coraggio che hai trovato per partire. COn la lingua come te la cavi?

  10. Ciao! Che invidia! Quanto vorrei vivere anch’io a Tokyo…

  11. lascio un messaggio da parte di una mia amica che e’ tanto cara quanto incapace su internet. sei grande fe.

    pulsatilla <3 :
    Maronna io sarei morta a perdermi!!!!(e tu lo sai).
    tra una pagina di chimica e l’altra saltello sul tuo blog e pian piano sto fagocitando tutto è simpatico il giappone visto di tuoi occionzoli affascinati,magari mi ricrederò!
    sto cercando di capire come funziona questa pagina web e giuro che quando l’avrò in pugno e potrò dire di aver sconfitto l’anti cibernetica che c’è in me, vedrò i video, le e commenterò tutto stile cascate del niagara(si scrive così???)
    un pò come stò facendo in questo post
    facciamo così, mi fermo prima di autodecretarmi la figura di M numero uno tra i tuoi commenti,ma nn temere tornerò!!!!!!!!!!!
    baciuozzolooooooooo!!!!!!!!!!!!

  12. :*

    ;_;

    :***

    ;_____;

  13. ciao grande Michele sei un grande, grandissimo sono sempre stata molto orgogliosa del mio unico nipote maschio ciao ciao

  14. Ciao michele…La tua spiegazione della prima giornata mi e’ piaciuta tantissimo…Cerchero di seguirti giorno per giorno e di viverla con te…Il giappone…il mio sogno da sempre…ma sono sicuro lo faro divenire realta…

    grande GRANDE…continua cosi!!!

  15. Bella la storia di Hachiko!

  16. “if you cannot take my hand
    and if you must be goin’
    I will understand.
    You’re gonna be knowing
    the loneliest kind of lonely.
    It may be rough goin’,
    just to do your thing’s…But you’ve gotta make your own kind of music
    sing your own special song…”

  17. Grande!!!!
    La mitologia………
    Un vero eroe del 3 millennio….
    Un bacio enorme
    Marcy****

  18. Mi scrivi ??


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